Narendra Modi colpisce ancora. A partire dal prossimo 2 ottobre, anniversario della nascita di Mahatma Gandhi, l’India adotterà una legge nazionale che abolirà l’utilizzo della plastica monouso. I dettagli del provvedimento devono ancora essere discussi nel dettaglio, anche se in un primo momento si era parlato di apporre il ban a sei prodotti realizzati con questo materiale usa e getta, ossia sacchetti, bicchieri, piatti, cannucce, bottiglie e bustine delle salse (per intenderci, quelle che si trovano in tutti i fast food). Lo sforzo si preannuncia notevole visto che il divieto non riguarderà solo il mercato interno dell’India ma anche le esportazioni degli oggetti in plastica monouso, sulle quali puntano numerose aziende locali. L’obiettivo del governo è eliminare le materie plastiche da qui al 2022 e quello di ottobre sarà soltanto il primo passo di un percorso che si preannuncia lungo quanto complicato. Già, perché l’imminente divieto ha indispettito le piccole attività, che molto presto dovranno trovare metodi alternativi di business.

La lotta alla plastica monouso

Come sottolinea il Financial Times, cresce l’apprensione in vista dell’annuncio che colpirà direttamente numerose aziende in un momento complicato, in cui l’economia nazionale sta rallentando e i consumi sono in calo. Modi era stato chiaro fin dallo scorso agosto, quando nel Giorno dell’Indipendenza aveva esortato l’India a “liberarsi dalla plastica monouso”. Numerosi esperti concordano sul fatto che Nuova Delhi, dal punto di vista ecologico, sia in una condizione critica, e che quindi il divieto sulla plastica sia una misura quanto mai necessaria. Eppure altri esperti ritengono che l’India non sia ancora pronta a effettuare questo passo. In alcune zone del paese, soprattutto nei villaggi lontani dalle grandi città, le attività quotidiane sono altamente dipendenti dalla plastica, e senza non riuscirebbero a sopravvivere. Dopo aver tolto il contante, creando non pochi disagi alla fascia medio-bassa della società, Modi dovrà essere bravo a convincere la gente comune di un provvedimento che rivoluzionerà dall’oggi al domani le loro vite.

I rischi del provvedimento

In India l’inquinamento è una cosa seria. La raccolta dei rifiuti risponde per lo più a un settore informale e le strade del paese sono disseminate da spazzatura di ogni tipo, fra cui l’immancabile plastica. Secondo le Nazioni Unite tre dei dieci fiumi che trasportano negli oceani il 90% dei rifiuti di plastica sono indiani, e basterebbe questo dato per far scattare ogni campanello di allarme possibile e immaginabile. È evidente che l’amministrazione Modi debba rimboccarsi le maniche e fare qualcosa in più che non limitarsi a piantare alberelli in qua e in là per fini più propagandistici che non davvero utilitaristici. La legge che mira a vietare la plastica monouso è ottima ma il rischio è che venga lanciata all’improvviso, senza preparare cittadini e imprese in modo adeguato alla novità che li attenderà. Come se non bastasse il divieto entrerà in vigore in un periodo particolare, cioè all’inizio della stagione festiva dell’India, quando centinaia di milioni di indiani celebreranno il festival indù Diwali, mettendo ulteriormente sotto pressione le aziende, che presumibilmente riceveranno numerose richieste di prodotti in plastica monouso. Il nuovo provvedimento dovrebbe ridurre il consumo annuale di plastica in India di circa il 5-10%, che sul valore complessivo di 14 milioni di tonnellate annue è una cifra assai considerevole. Se le grandi multinazionali operanti in India si stanno attrezzando al giorno del giudizio, le piccole aziende e le persone più povere, tra cui gli indiani che per sbancare il lunario raccolgono e vendono rifiuti in plastica, rischiano di finire sul lastrico.