In Cina il nuovo anno scolastico inizia a settembre. Ogni anno, prima di sedersi dietro i banchi, i bambini ricevono una sorta di iniziazione obbligatoria che ha il compito di inculcare nelle loro giovani menti il bagaglio necessario per diventare, una volta cresciuti, cittadini modello della Repubblica popolare. Ovvero un mix sfrenato tra patriottismo e nazionalismo.

I presidi degli istituti allestiscono una cerimonia di innalzamento della bandiera nazionale, fanno risuonare l’inno cinese e si cimentano in un lungo discorso esortativo che sprona i ragazzi a lavorare duramente, studiando con passione e devozione. Non mancano, inoltre, giuramenti e promesse d’amore del corpo studentesco al paese, alla scuola, agli insegnanti e ai compagni di classe. Così è sempre stato da anni ma recentemente, fa notare The Diplomat, questa tradizione è diventata ancora più nazionalista del solito. Il motivo di un simile cambio di paradigma è da ricercare nella nuova linea politica adottata da Xi Jinping. Questa intende educare fin da subito le nuove leve alla devozione nei confronti della nazione, ma soprattutto mira a garantire una educazione patriottica, da conseguire rafforzando l’addestramento militare e allontanando gli insegnanti stranieri.

Un programma nazionalista

A partire dal 2008 gli studenti delle scuole primarie e secondarie devono guardare un programma televisivo educativo intitolato “The First Class” e patrocinato dal ministero dell’Istruzione. Durante lo spettacolo, che dovrebbe incollare davanti agli schermi circa 185 milioni di scolari, i bambini assistono ai soliti frame patriottici sopra descritti. I ragazzi, però, mostrano insofferenza verso obblighi pesanti e mal digeriti, e per questo in molti decidono di trasgredire la legge. La trasmissione dura un’ora e mezza e alcuni insegnanti chiedono agli alunni di inviare le loro riflessioni su quanto visto. Quest’’anno il contenuto verteva sulla presentazione della storia “della bandiera cinese a cinque stelle”.

Politica e istruzione

Mentre un anno fa il “The First Class” si apriva con un discorso di Jackie Chan e una sequenza animata, pochi giorni fa è andato in scena un lungo concentrato patriottico incentrato sulla bandiera della Cina. Sono sparite le celebrità e pure le conferenze in stile Ted sul potere dell’educazione e dell’imprenditorialità di realizzare i sogni individuali, e al loro posto sono apparse nozioni nazionaliste. Tra le varie provincie apparse nel programma non sono stati inclusi lo Xinjiang, dove secondo alcune stime circa un milione di persone sarebbero detenute in campi di rieducazione, e il Tibet. Nessun riferimento neppure a Hong Kong. C’’è spazio, invece, per Macao, dove i bambini hanno scritto una lettera al presidente Xi Jinping rivolgendosi a lui con il termine di “nonno Xi” in cui ringraziano le cure che il leader cinese dedica alla regione amministrativa speciale. Il programma ha poi trasmesso una canzone patriottica composta negli anni ’30 che parla di “sette luoghi” desiderosi di tornare sotto il controllo della Cina. Tra questi ci sono Macao, Hong Kong e Taiwan. Dulcis in fundo, il programma ha celebrato l’importanza della tecnologia e del 5G. Questa è la nuova educazione che la Cina di Xi Jinping intende impartire ai propri giovani studenti.