In Tunisia la minaccia terroristica non è affatto passata: il paese, che negli anni passati vive le tragedie degli attentati presso il museo del Bardo e presso la spiaggia di Sousse, entrambi ad opera dell’Isis, appare in costante allerta terrorismo. L’ultima scoperta rivelata dal ministero dell’interno lo dimostra: un gruppo legato ad Aqim, Al Qaeda nel Magreb Islamico, era pronto a colpire.

l’attentato sventato a kasserine

Secondo quanto si apprende dalle dichiarazioni diramate dal ministero dell’interno, forze speciali nei giorni scorsi entrano in azione a Kasserine, città situata nel centro del paese e capoluogo di una delle province più povere della Tunisia. Qui disperazione e disoccupazione appaiono miscele esplosive per proteste e manifestazioni che, anche dopo il rovesciamento di Ben Alì nel 2011, spesso vengono inscenate specialmente dai più giovani che faticano a trovare prospettive.

Un contesto che favorisce l’emersione del terrorismo islamico, in una Tunisia da sempre fucina di jihadisti ed in cima tra i paesi che forniscono il maggior numero di foreign fighters ai gruppi fondamentalisti. E così, come comunicato dalle forze di sicurezza, a Kasserine si scoprono arsenali e piani per attentati pronti per essere compiuti in varie parti nel paese e non solo nella provincia in questione. In particolare, ad essere ritrovati durante l’ultimo blitz delle forze speciali, sono 11 mine, 6 batterie, detonatori a distanza e qualcosa come 30 kg di esplosivo. In un nascondiglio, vengono rivenuti anche 33 taser: l’arsenale, secondo il ministero dell’interno, era già pronto per essere utilizzato contro forze militari a Kasserine durante il mese sacro del Ramadan.

Diversi sospetti vengono in queste ore interrogati: i terroristi non apparterrebbero all’Isis, bensì ad un altro gruppo jihadista denominato “Brigata Okba Ibn Nafaa”, legato ad Aqim. Una fazione della galassia islamista presente nel Magreb, pronta quindi a destabilizzare la Tunisia.

le sfide che deve affrontare la Tunisia

Non certo un momento facile per il paese nordafricano, che teme di essere contagiato dalle crisi politiche e militari che vivono i suoi vicini: Libia da un lato ed Algeria dall’altro sono molto più che semplici spine sul fianco per la Tunisia. Anche perchè, come già accennato in precedenza, a Tunisi i problemi interni non mancano di certo: l’economia arranca, l’insoddisfazione cresce, l’insofferenza della popolazione è rappresentata dalle scarse affluenze al voto nelle ultime tornate amministrative.

Ed in questo 2019 la Tunisia è messa alla prova di altre due delicate consultazioni: quelle presidenziali e, poco dopo, quelle legislative. Il paese deve misurarsi con la verifica della tenuta della sua democrazia, con il rischio di una potenziale ingovernabilità post voto e con la difficoltà di rinnovamento della sua classe politica. Anche in questo caso, il rischio di una miscela esplosiva che potrebbe invogliare i terroristi tunisini ad entrare in azione.